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La prevenzione del tumore alla prostata

Fare prevenzione è sempre la strada migliore, anche per il tumore alla prostata.

Esistono alcuni accorgimenti, alcune semplici abitudini che possono aiutare a salvaguardare la salute della prostata, prevenendo ad esempio il tumore alla prostata, anche in presenza di alcuni fattori di rischio, come la presenza in famiglia di parenti che hanno avuto a che fare con questa patologia.

La prevenzione primaria

Ecco alcuni semplici accorgimenti per ridurre il rischio di sviluppare disturbi alla prostata:

  • Dieta ricca di fibre, antiossidanti e omega-3. Sono quindi consigliati farine integrali, frutta e verdura fresche (in particolare la frutta meno ricca di zuccheri, come mele e pere, le verdure arancioni, i finocchi, le rape e i cavoli), pesce azzurro, olio extravergine di oliva e legumi. Una sana alimentazione protegge la funzionalità della prostata e ritarda il processo di invecchiamento e il rischio di anomalie correlate;
  • Cibi da ridurre sono gli insaccati, i cibi fritti, i formaggi molto grassi e gli alimenti che contengono molti zuccheri semplici (come dolci e bevande zuccherate). Questi piatti, infatti, favoriscono gli stati infiammatori, oltre a portare a problemi cardiocircolatori e aumentare il rischio di sovrappeso;
  • Mantenere il peso forma. Abbiamo visito come l’obesità costituisca fattore di rischio per il cancro alla prostata.
  • Fare esercizio fisico in modo regolare riduce sia il rischio di iperplasia prostatica benigna sia quello di cancro alla prostata. 
  • Fare sesso abitualmente. Frequenti eiaculazioni mantengono una buona funzionalità della prostata, migliorano la salute del corpo e della mente.

La prevenzione secondaria: controllare la prostata

Mantenere la prostata in salute significa sottoporsi a regolari controlli, specialmente dopo i 50 anni di età, anche se è raccomandato recarsi da un urologo già a partire dai 40 anni.

Quali sono i test e gli esami consigliati per individuare in maniera tempestiva eventuali anomalie, disfunzioni o patologie che possono colpire la prostata?

  • Analisi delle urine. L’urinocoltura è utile per individuare infezioni o sanguinamenti;
  • PSA (antigene prostatico specifico): è un esame del sangue che va a rilevare i livelli di una proteina prodotta unicamente dalla prostata. I livelli normali vanno da 0,0 a 4,0 ng/ml (nanogrammi per millilitro di sangue), ma possono aumentare per diverse cause, tra cui tumori, iperplasia prostatica benigna e prostatite. In genere è consigliato eseguirlo in presenza di sintomi che suggeriscono la presenza di una di queste patologie. Se il valore risulta superiore a 4 ng/mL, oppure è in costante crescita potrebbero essere necessari ulteriori esami.
  • PSA ratio: rapporto fra PSA libero e totale. Nel sangue, la proteina PSA si trova normalmente legata ad altre sostanze, non “libera” se non in minime concentrazioni. Tuttavia, in presenza di un tumore maligno, questi valori scendono ancora di più. Per tale ragione, quando il test PSA fornisce risultati “sospetti” il medico potrebbe prescrivere anche il dosaggio del PSA libero (anche detto free PSA o fPSA). Per l’interpretazione dei dati si effettua il rapporto PSA libero/PSA totale. I valori normali, quindi non patologici, sono intorno allo 0,20%. Valori diversi da questa percentuale possono indicare la presenza di patologie alla prostata, per cui il medico prescriverà altri esami di accertamento;
  • Esplorazione digito-rettale (DRE): il medico urologo controlla manualmente le condizioni della prostata introducendo un dito attraverso il retto, dopo aver lubrificato la parte. Questa esplorazione permette di scoprire un ingrossamento, la presenza di noduli o una prostatite. Può risultare fastidiosa, ma è innocua; il maggiore disagio è quello psicologico, che è bene far presente al medico affinché possa rassicurare la persona.
  • Uroflussometria. La persona deve urinare in un dispositivo, simile a un gabinetto, che misura la velocità e il volume del flusso di urina. In genere dopo tale test viene prescritta un’ecografia;
  • Ecografia prostatica transrettale. Esame rapido e innocuo che permette di valutare la morfologia della prostata e quindi di rilevare una dilatazione o eventuali neoformazioni. Si effettua inserendo nel retto, lubrificato, una sonda che emette ultrasuoni in grado di essere riconvertiti in immagini statiche o dinamiche. Talvolta a questo esame si associa una biopsia della prostata.

Se questi esami danno risultati che fanno sospettare la presenza di un tumore alla prostata, può essere necessario sottoporsi a una biopsia prostatica. L’operatore inserisce un tubo con un piccolo sondino per via rettale, per esplorare prima dell’operazione; dopodiché, tramite lo stesso tubo, inserisce un ago che serve al prelievo di alcuni pezzettini di tessuto prostatico. Questi verranno analizzati per individuare eventuali anomalie nelle cellule e, in caso di riscontro positivo, l’aggressività del cancro. L’intervento, molto rapido, è indolore in quanto viene eseguito in anestesia locale.

Attualmente il test del PSA rappresenta il pilastro degli esami preliminari per monitorare il rischio di un tumore alla prostata. Tuttavia, la sua bassa attendibilità come singolo parametro lo rende poco utile come esame di screening.

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Leggi le linee guida dell’AIOM: https://www.aiom.it/linee-guida-aiom-carcinoma-della-prostata-2019/

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