Il tumore alla prostata è la malattia oncologica più diffusa nel sesso maschile con più di 1.3 milioni di nuove diagnosi ogni anno in tutto il mondo e il numero di casi diagnosticati è in continua crescita, soprattutto per via dell’aumento della vita media.
Fortunatamente il tumore alla prostata è una malattia curabile in oltre il 90% dei casi se diagnosticata in tempo: per questo motivo è molto importante eseguire delle visite di controllo periodiche a partire dai 50 anni o prima se in famiglia ci sono stati già casi di malattia.
Oggi il percorso diagnostico del tumore alla prostata si basa molto su un esame del sangue, il test del PSA, che serve come un campanello d’allarme per avvertire l’uomo che potrebbe esserci qualcosa che non vada alla prostata.
In caso di esami alterati, l’urologo inviterà il paziente a sottoporsi ad una biopsia prostatica per confermare o smentire il sospetto sulla presenza di un tumore.
Purtroppo circa il 70% degli uomini che oggi si sottopongono ad una biopsia prostatica per un sospetto di tumore alla prostata risulta essere sano o con una patologia benigna, sottolineando la bassa accuratezza delle attuali procedure.
Ad oggi non esiste infatti un efficace esame di screening per questa malattia.