L’attività fisica fa bene alla prostata

Il tumore alla prostata è la malattia oncologica più comune negli uomini di tutto il mondo e una delle più studiate, eppure non conosciamo ancora tutte le sue cause. Recentemente un grande studio condotto dall’Università di Bristol e cofinanziato dal World Cancer Research Fund (WCRF) e dal Cancer Research UK (CRUK), che ha coinvolto più di 140.000 uomini ha valutato gli effetti dell’attività fisica sul rischio di sviluppare un tumore alla prostata (fonte).

In questo studio è stato esaminato il ruolo di 22 fattori di rischio sullo sviluppo di un tumore alla prostata, e le evidenze riguardo ai fattori legati all’attività fisica sono stati i più sorprendenti. I risultati ottenuti combinando analisi genetiche, dati sullo stile di vita e il rischio di tumore, supportano le evidenze ottenute in precedenti studi osservazionali secondo cui essere attivi può ridurre il rischio di sviluppare una malattia oncologica.

E’ emerso che integrando il livello di attività fisica, di ferro e grassi monoinsaturi nel sangue, l’indice di massa corporea (BMI) e l’altezza è possibile distinguere gli uomini sani da quelli che hanno sviluppato un tumore alla prostata e anche identificarne il grado di aggressività.

Importante sottolineare che per attività fisica, livelli di ferro e BMI è stata osservata una correlazione inversa, ovvero all’aumentare di questi valori diminuisce il rischio di tumore, mentre per livelli di grassi monoinsaturi e altezza si è osservata una correlazione diretta con il rischio di tumore.

Appare curioso che l’aumento di BMI risulti protettivo nei confronti della malattia, contrariamente a quello già noto per moltissime altre patologie, anche oncologiche. Il motivo potrebbe essere appunto che l’aumento di BMI in presenza di una buona attività fisica abbia dei benefici sulla salute della prostata.

Da sottolineare che risultati riguardano l’attività fisica complessiva, non solo un intenso esercizio fisico, come una attività agonistica.

Diversi studi sostenuti dal WCRF avevano già dimostrato che essere attivi può ridurre il rischio di cancro all’intestino, al seno e all’utero, ma le prove dell’attività fisica sul tumore alla prostata erano ancore limitate.

Serviranno comunque ulteriori studi per studiare i meccanismi attraverso i quali questi fattori possano regolare lo sviluppo di un tumore alla prostata per valutare come poter intervenire per ridurre il rischio di andare incontro a questa malattia.

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