Un esame delle urine per il tumore alla prostata

La prostata è una ghiandola con la funzione principale di produrre il liquido seminale contenente elementi fondamentali alla sopravvivenza, alla motilità e alla qualità degli spermatozoi.

E’ stato visto che situazioni patologiche, come infiammazioni croniche o tumori, determinano alterazioni delle caratteristiche fisico-chimiche della parte liquida dell’eiaculato influenzando la fertilità.

Quando una cellula del nostro corpo si trasforma in una cellula tumorale va incontro a profondi cambiamenti sia strutturali sia funzionali.

Dato che la maggioranza dei tumori alla prostata sono classificati come adenocarcinomi, ovvero tumori che coinvolgono la parte ghiandolare, è possibile che la trasformazione neoplastica all’interno della prostata possa pregiudicare la funzione secretoria della prostata.

Il tumore alla prostata è un problema di salute pubblica importante, ma ad oggi non esiste un esame di screening per individuarlo precocemente.

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Il test

NIB biotec ha sviluppato Screenib, un test rapido per misurare in un campione di urina la presenza di due molecole solubili. La valutazione di questa combinazione di fattori permetterà all’urologo di avere le informazioni necessarie per dare una indicazione accurata sulla necessità di effettuare l’esame bioptico per la diagnosi di tumore alla prostata.

Il dispositivo Screenib non richiede strumentazione dedicata ed è utilizzabile durante una normale visita da parte dell’urologo.

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Come funziona

L’uomo che deve effettuare una visita di controllo per la prostata può recarsi in un ambulatorio urologico di un ospedale oppure direttamente nello studio del medico per effettuare questo test. Basterà applicare una goccia di urina sullo strumento e aspettare circa 10 minuti.

Il test si basa sulla misurazione di due molecole:

  • quando entrambe le molecole sono positive la probabilità di avere un tumore alla prostata è del 75%.
  • quando solo una molecola è positiva la probabilità di avere un tumore alla prostata è del 45%. Bisognerà valutare altri parametri. Con un test del PSA < 5 ng/ml, oppure un valore PiRADS max 3 la probabilità è del 20%.
  • quando nessuna delle molecole è positiva la probabilità di avere un tumore alla prostata è del 5%, ma è nulla per tumori di alto grado.

Il test non è al momento disponibile per la vendita, ma solo per investigazioni cliniche ed è attualmente in valutazione in uno studio osservazionale presso l’urologia dell’ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano (Torino, Italia).

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Il test si presenta con due finestre di lettura per le due molecole (1 e 2). Nella finestra 1 non sono presenti bande. Nella finestra 2 si vede un cerchio di colore beige.

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Dopo aver caricato la goccia di urina, nella Finestra 1 si vede una sola banda e nella Finestra 2 si vede un cerchio di colore rosa/fucsia. Il test è negativo.

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Nella Finestra 1 si vedono due bande bande e nella Finestra 2 si vede un cerchio di colore arancione. Il test è positivo.

I benefici

Il test si basa su biomarcatori di tumore alla prostata, più specifici dello standard test del PSA.

L’utilizzo di questa tecnologia offre la possibilità di migliorare il percorso di diagnosi del tumore alla prostata offrendo al medico uno strumento per identificare con maggiore accuratezza gli uomini che necessitino di effettuare degli esami più approfonditi per un reale sospetto di tumore alla prostata.

Questo prodotto permetterà a molti uomini di non essere sottoposti ad esami invasivi di cui non hanno necessità, ma soprattutto permetterà di semplificare le procedure ed accorciare i tempi per eseguire esami di controllo.

Grazie alla sua semplicità d’utilizzo il test può essere effettuato non solo in un grande ospedale attrezzato, ma anche in un ambulatorio o direttamente in uno studio medico.

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Apparato urinario

L’ipotesi

Se la composizione del liquido prostatico fosse alterata dalla presenza di un tumore, dalla loro analisi sarebbe possibile stabilire se all’interno della prostata si stia sviluppando un tumore.

Dato che il tratto urinario è in stretto contatto con la prostata, le molecole prodotte da quest’organo possono essere estratte tramite un semplice massaggio prostatico, riversate nell’urina e facilmente raccolte per un’analisi.

In questo modo le molecole presenti nelle urine potrebbero rappresentare degli indicatori (o meglio biomarcatori) per la diagnosi precoce e quindi essere potenzialmente utilizzate come esame di screening per il tumore alla prostata.

Lo studio

Sono state analizzate le urine di 800 uomini con indicazione di biopsia prostatica di cui 450 sono risultati sani e quindi sottoposti ad un prelievo bioptico non necessario.

Da una prima analisi sono state individuate 2 molecole presenti in quantità diverse nelle urine di uomini con tumore alla prostata e soggetti sani.

I risultati suggeriscono che la misurazione contemporanea di queste molecole potrebbe permettere di evitare al 50% degli uomini sani di dover eseguire una biopsia prostatica non necessaria e quindi evitare gli effetti collaterali come dolore, ansia, sanguinamento, infezioni, problemi di erezione.