La recidiva del tumore alla prostata

Il tumore della prostata è ad oggi una malattia efficacemente curabile tramite diversi approcci terapeutici, solitamente tramite prostatectomia o radioterapia. La sopravvivenza dopo una terapia è generalmente alta, ma in molti casi non si può escludere il rischio di andare incontro ad una recidiva, ovvero ad una ripresa o ricomparsa della malattia, anche dopo anni dal trattamento.

Cosa è una recidiva

Con il termine di recidiva di un tumore alla prostata si intende la sua ricomparsa in seguito ad un trattamento che era stato eseguito per eradicarlo.

Da un punto di vista clinico, la recidiva e quindi la ricomparsa del tumore alla prostata viene definita quando il PSA nel sangue supera il valore di 0,2 ng/ml, nei pazienti a cui è stata rimossa la prostata, oppure il valore di 2 ng/ml, nei pazienti sottoposti a radioterapia.

Il PSA è il parametro che viene comunemente misurato per valutare sia il rischio di avere un tumore alla prostata (diagnosi) sia per stabilire quale sia il grado di aggressività della malattia (prognosi). Essendo prodotto in maniera esclusiva dalla prostata, in seguito ai diversi trattamenti il valore del PSA scenderà fino ad azzerarsi. Questo avviene solitamente entro un mese dopo l’intervento chirurgico e gradualmente, anche nel giro di anni, in seguito a radioterapia.

Il PSA azzerato, o “indosabile” viene usato per stabilire la buona riuscita del trattamento.

Quando ci si accorge durante le visite di controllo o follow-up che il PSA sta salendo e ha superato la soglia critica si consiglia di ripetere il test almeno due volte presso lo stesso laboratorio per confermare la recidiva.

Questo tipo di recidiva viene definita recidiva biochimica in quanto si basa semplicemente sulla presenza di alti livelli di PSA. La recidiva sistemica, invece, viene definita tramite l’individuazione di cellule tumorali con tecniche di diagnostica per immagini, come la PET-PSMA. Quest’ultima, misurando la presenza di cellule tumorali residue offre quindi la possibilità di una definizione più precisa e realistica di recidiva.

chi è a rischio di recidiva

Purtroppo tra i pazienti con tumore alla prostata sopposti a trattamento una percentuale tra il 15-40% presenterà una recidiva biochimica entro 5 anni (fonte) e un terzo di questi svilupperà metastasi.

I pazienti considerati più a rischio sono quelli a cui è stata evidenziata una malattia extraprostatica alla diagnosi, una positività dei margini all’esame istologico, un Gleason Score maggiore o uguale a 8, un PSA che raddoppia il proprio valore in meno di 10 mesi.

come si tratta una recidiva

Ai pazienti già sottoposti a prostatectomia la recidiva può essere trattata con radioterapia di salvataggio. In questi casi sembra cruciale intervenire appena il PSA supera lo soglia di 0.2 ng/ml, per non aumentare il rischio di una ricaduta dopo il trattamento.

Nel 90% dei casi di recidiva nei pazienti sottoposti a radioterapia questa viene trattata con terapia ormonale, e più raramente con nuova irradiazione o chirurgia.


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