Screening del tumore alla prostata: linee guida europee 2024

Ultimo aggiornamento delle linee guida europee riguardo alla diagnosi e screening del tumore alla prostata: cosa cambia?

Il tumore alla prostata è una delle malattie oncologiche più diffuse nel genere maschile, con una incidenza simile a quella del tumore mammario nel genere femminile.

Tuttavia non esiste ancora un programma di screening organizzato. La Comunità Europea si è data come obiettivo dei prossimi anni quello di estendere gli screening oncologici anche alla prostata, polmone, e in determinate circostanze, stomaco.

Ad oggi il percorso diagnostico per il tumore alla prostata ha l’obiettivo di individuare precocemente quelle malattie che possono compromettere la salute dell’individuo.

Gli uomini possono accedervi percorso diagnostico attraverso diverse indicazioni, come la presenza di sintomi clinici, oppure attraverso indicazione del medico, oppure per richiesta spontanea (screening opportunistico).

Il tumore alla prostata localizzato è solitamente asintomatico e l’esame rettale digitale (DRE) e il test del PSA rappresentano il punto di inizio del percorso che portano eventualmente ad individuare la necessità di esami più approfonditi, per concludersi con la biopsia prostatica.

Negli ultimi il test del PSA è stato rimesso molto in discussione, principalmente a causa dell’alto numero di risultati falsamente positivi. Questo ha portato inizialmente ad una riduzione di esami effettuati e di conseguenza una difficoltà nella gestione del percorso di diagnosi.

Alla luce dei risultati raccolti in anni di studio, l’Europa ha rivisto le linee guida per la gestione del tumore alla prostata.

In particola, per quanto riguarda screening e diagnosi sono state espresse le seguenti raccomandazioni:

a) Non sottoporre gli uomini al test del PSA senza prima informarli sui potenziali rischi e benefici.

b) Suggerire test del PSA a uomini:

  • sopra i 50 anni
  • sopra i 45 anni in caso di familiarità per tumore alla prostata oppure origini africane
  • sopra i 40 se portatori di mutazioni del gene BRCA

c) Non sottoporre a test del PSA uomini con un’aspettativa di vita inferiore a 15 anni.

Secondo le nuove linee guida, invece, NON è consigliato:

a) Offrire un percorso di diagnosi personalizzato ad un uomo con un’aspettativa di vita di almeno quindici anni.

b) Suggerire visite di controllo ogni 1-2 anni a tutti gli uomini:

  • con un PSA > 1 ng/mL a 40 anni di età;
  • con un PSA > 2 ng/mL a 60 anni.

Riguardo ai test genetici, nello specifico la ricerca della mutazione del gene BRCA2, risultano suggeriti per uomini con una storia familiare di mutazioni o una storia familiare di tumori multipli nello stesso ramo della famiglia.

Non è invece consigliato semplicemente per la presenza di altri casi di tumore alla prostata in famiglia, anche aggressivi.

Diagramma indicativo del flusso per decidere la prescrizione di una biopsia prostatica

Modificata da: EAU 2024- Diagnostic evaluation guidelines
screening workflow
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