Big Data, Intelligenza Artificiale, Machine Learning… La tecnologia ci aiuta ad individuare, diagnosticare, caratterizzare e studiare le malattie che colpiscono la prostata.

UniCredit StartLab è un’iniziativa promossa dal gruppo Unicredit nata per sostenere la crescita di nuove idee imprenditoriali.

Si tratta di un programma rivolto alle startup innovative di tutti i settori con un programma di mentoring, di sviluppo del network, training manageriale avanzato e servizi bancari ad hoc.

Martedì 25 maggio 2020 si è tenuta la Commissione Life Science, la prima delle quattro previste da UniCredit StartLab.

La Commissione ha incontrato i team delle startup a più alto potenziale selezionate e ha avuto tra gli esperti coinvolti alcuni tra i principali player italiani.

NIB biotec si è classificata al secondo posto: grazie al programma Unicredit StartLab la startup torinese porterà avanti lo sviluppo un test rapido che utilizza le urine per lo screening del tumore alla prostata, in grado di identificare contemporaneamente la presenza e l’aggressività di un possibile caso di tumore, dando indicazione di effettuare esami diagnostici approfonditi solo agli uomini che ne necessitino realmente.

I ricercatori di Google Health hanno scoperto che l’uso dell’intelligenza artificiale (AI) nell’analisi delle biopsie prostatiche può migliorare la qualità, l’efficienza e l’oggettività della diagnosi e della classificazione del tumore alla prostata.

In una biopsia prostatica, il tessuto viene rimosso e valutato da un medico patologo per cercare anomalie che possono essere collegate ad un tumore.

Il sistema di classificazione standard per questa procedura è il sistema di valutazione Gleason, che prevede la classificazione in 5 diversi gruppi che correlano con la potenziale aggressività della malattia.

Tuttavia, la procedura di valutazione e classificazione viene eseguita da medici diversi per ogni struttura ospedaliera: nonostante l’esperienza del medico, questa metodologia possiede il rischio dovuto alla variabilità individuale dell’operatore.

Recentemente sono stati sviluppati algoritmi di intelligenza artificiale per la classificazione delle biopsie prostatiche per combattere la variabilità di classificazione del tumore che esiste da ospedale a ospedale.

In questo studio, pubblicato sulla rivista Jama Network, la classificazione delle biopsie è stata condotta presso due laboratori medici negli Stati Uniti tra ottobre 2019 e gennaio 2020. Venti medici patologi sono stati divisi in due gruppi, uno con l’assistenza dell’intelligenza artificiale e uno senza, e hanno esaminato le biopsie prostatiche di 240 pazienti.

Alla fine dello studio è stato visto che i patologi supportati dall’intelligenza artificiale avevano diagnosticato più tumori rispetto all’altro gruppo, e lo avevano fatto più velocemente e con minore variabilità tra medico e medico.

Uno studio parallelo è stato effettuato dai ricercatori del Radboud university medical center, i quali hanno sviluppato un sistema di “deep learning” che è migliore della maggior parte dei patologi nel determinare l’aggressività del cancro alla prostata. Il sistema di intelligenza artificiale, che utilizza campioni di tessuto per arrivare alla diagnosi, ha imparato da solo a identificare il tumore alla prostata sulla base dei dati di oltre 1.200 pazienti. Il team di Radboud sta ora lavorando con i ricercatori del Karolinska Institute in Svezia e Kaggle, una filiale di Google, con l’intenzione di continuare a sviluppare questi metodi come parte di una grande competizione internazionale.

Il tumore alla prostata è un tipo di cancro che si verifica frequentemente, ma non sempre aggressivo: più uomini muoiono con un tumore alla prostata che a causa di un tumore alla prostata.

Tuttavia, il suo trattamento ha molte conseguenze sulla qualità della vita del paziente, quindi determinare accuratamente l’aggressività è un passo importante nella scelta di un terapia più personalizzata possibile.

Ti è mai capitato di accusare un dolore o una sensazione strana da qualche parte nel corpo? E ti è capitato di andare subito su Google a cercare una possibile spiegazione? Probabilmente sì! Diverse indagini hanno rilevato che circa il 40% degli italiani cerca informazioni riguardo alla salute su internet in maniera costante (fonti: Censis, GFK Eurisko).

Come sappiamo tutte le ricerche che facciamo sul web sono in qualche modo registrate e dall’analisi di tutte le ricerche fatte da tutti i naviganti si ottengono gli ormai noti argomenti “trend”.

Nell’ultimo decennio sono stati pubblicati diversi studi scientifici a sostegno del fatto che l’analisi dei Google Trends potrebbe essere uno strumento affidabile per fornire stime della diffusione di molte malattie, come un modello di predizione dei picchi influenzali (fonte) o delle epidemie del virus Zika (fonte) o Dengue (fonte). Accanto alle malattie infettive, l’accuratezza dell’analisi dei Google Trends sembra essere in grado di fornire anche informazioni accurate sull’incidenza e sulla mortalità di alcune forme di cancro.

In un primo studio pubblicato nel 2017 sulla rivista JAMA Dermatology, i ricercatori si erano chiesti se negli Stati Uniti il numero di ricerche fatte su Internet riguardo ad una determinata malattia oncologica è correlato con i tassi di incidenza e mortalità.

Quello che hanno scoperto è stato sorprendente: per alcuni tipi di tumore, in particolar modo per tumore del colon e tumore al polmone, il volume di ricerca relativo di Google era correlato (in maniera statisticamente significativa) con i tassi di incidenza e mortalità.

Questi dati, confermati anche da un altro studio pubblicato su Annals of Translational Medicine, aprono ad un interessante possibilità per il futuro.

Esattamente come la ricerca on-line di un viaggio o di un libro attiva dei meccanismi che ci suggeriscono altri prodotti che potrebbero interessarci, scrivere su Google “devo urinare di frequente” potrebbe far apparire un messaggio con scritto: “Attenzione! Potresti avere problemi alla prostata. Contatta immediatamente il tuo medico.