Sempre più evidenze dimostrano quanto sia importante una buona alimentazione dopo una diagnosi di tumore alla prostata.

Recentemente i ricercatori del MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas hanno scoperto che gli uomini con un tumore alla prostata localizzato che hanno seguito uno stile alimentare più vicino ai principi della dieta mediterranea hanno una prognosi migliore rispetto ad altri pazienti.

In questo studio, pubblicato sulla rivista Cancer, i ricercatori hanno osservato che una più stretta aderenza ai principi del dieta mediterranea fosse associata a una migliore sopravvivenza libera da progressione della malattia.

La dieta mediterranea è nota per essere collegata a un minor rischio di malattie cardiovascolari e mortalità, ed anche di malattie oncologiche. Questo studio sugli uomini con tumore alla prostata evidenzia quanto sia importante fornire raccomandazioni dietetiche per migliorare l’andamento della malattia.

Lo studio ha osservato 410 uomini inseriti in un protocollo di sorveglianza attiva con tumore alla prostata localizzato di grado 1 o 2 (GG1 e GG2). Tutti i partecipanti allo studio sono stati sottoposti a una biopsia di conferma all’inizio dello studio e sono stati valutati ogni sei mesi attraverso esami clinici e studi di laboratorio misurando il valore di PSA sierico e di testosterone.

I partecipanti hanno completato un questionario sulla frequenza alimentare di base di 170 item e il punteggio della dieta mediterranea è stato calcolato per ciascun partecipante in nove gruppi di alimenti regolati dal punto di vista energetico. I partecipanti sono stati poi divisi in tre gruppi di aderenza alla dieta alta, media e bassa.

Lo studio, il cui maggior numero di partecipanti era bianco, ha anche scoperto che l’effetto della dieta mediterranea era più pronunciato nei partecipanti afroamericani, che hanno normalmente un rischio maggiore di morte per tumore alla prostata e progressione della malattia.

I ricercatori hanno visto un’associazione significativa tra un punteggio dietetico di base elevato e un rischio inferiore di progressione del grado di tumore. I risultati sono preliminari, ma incoraggianti e sono necessarie ulteriori ricerche per valutare se gli effetti benefici della dieta mediterranea possano verificarsi anche in pazienti con tumore alla prostata di alto grado.

Seguire costantemente una dieta ricca di cibi vegetali, in particolare i pomodori, pesce e un sano equilibrio di grassi monoinsaturi può quindi essere utile per gli uomini con diagnosi di tumore alla prostata in stadio iniziale.

Se i risultati dovessero essere riconfermati potrebbero in qualche modo incoraggiare i pazienti ad adottare uno stile di vita sano.

La dieta mediterranea si presenta quindi anche come un potenziale approccio non invasivo per controllare la progressione del tumore alla prostata.

Curarsi mangiando. Sarà possibile?

Sono sempre di più le ricerche che dimostrano il ruolo dello zinco (Zn) nella funzione della prostata.

La prostata è una ghiandola che fa parte del sistema urinario e riproduttivo. La sua funzione primaria come organo sessuale accessorio maschile risiede nella secrezione del liquido prostatico, un componente dello sperma che contribuisce tra il 15 e il 30% del volume del liquido seminale complessivo.

La prostata possiede uno strato muscolare che durante lo stimolo eiaculatorio assicura che il liquido seminale venga premuto nell’uretra. Per evitare che il liquido seminale vada in direzione della vescica durante l’eiaculazione, i muscoli della prostata e lo sfintere uretrale si contraggono efficacemente, chiudendo l’uretra verso la vescica.

Il liquido prostatico contiene vari enzimi, acido citrico e quantità elevate di ioni metallici monovalenti e bivalenti come lo zinco.

Il ruolo dello zinco nella normale funzione e nel metabolismo della prostata

La funzione dell’acido citrico nel liquido prostatico non è ancora completamente chiara. Si sa che legandosi con gli ioni calcio, regoli la concentrazione di questi nello sperma influenzando la fluidificazione dell’eiaculato e mantenendone stabile il pH.

Per produrre e secernere alti livelli di acido citrico, la prostata accumula alti livelli di zinco in cellule specializzate della zona periferica. I livelli di zinco e il metabolismo dei citrati sono strettamente collegati a livello della prostata: lo zinco inibisce direttamente l’enzima che metabolizza l’acido citrico, causandone l’accumulo per la successiva secrezione nel liquido prostatico.

La prostata ha quindi bisogno di assorbire zinco e può farlo grazie alla grande presenza di particolari canali trasportatori a livello cellulare, chiamati ZIP1, che sono regolati da molecole come il testosterone e la prolattina.

L’accumulo di zinco nelle cellule della prostata, oltre ad inibire il metabolismo dei citrati e quindi la produzione di energia, può essere un induttore della morte programmata (apoptosi) mitocondriale, inibendo così efficacemente la proliferazione e la crescita del tessuto.

Curiosamente, sia lo zinco sia il citrato sono diminuiti nelle cellule di tumore alla prostata, suggerendo un ruolo essenziale di alti livelli di zinco per mantenere una prostata non maligna.

Carenza di zinco nella malattia della prostata

Più di 16 studi hanno riportato che i livelli di zinco sono notevolmente diminuiti nel tessuto canceroso della prostata, (fino all’80%), ma anche in situazioni di iperplasia benigna (circa 50%).

Queste evidenze hanno portato a pensare che la carenza di zinco potesse avere un ruolo chiave nel processo di trasformazione, suggerendo che il ripristino dei livelli normali di zinco possa essere un approccio promettente nella prevenzione e nel trattamento del tumore alla prostata.

E’ quindi necessario integrare lo zinco?

I livelli di zinco nella prostata dipendono dalle concentrazioni di zinco circolante, di conseguenza maggiore sarà l’assorbimento di zinco a livello intestinale maggiore sarà la quantità che potrà essere captata dalla prostata.

Ma non tutte le fonti di zinco sono uguali. Soprattutto, non tutte le fonti di zinco forniscono il metallo in una forma utilizzabile dal copro.

Lo zinco ionico (Zn2 +), o bivalente, da fonti alimentari viene assorbito nell’intestino dalla famiglia dei trasportatori di zinco ZIP, trasportando lo zinco dal lume intestinale agli enterociti intestinali. Dagli enterociti, lo zinco viene ulteriormente trasportato nel flusso sanguigno da un’altra famiglia di trasportatori dello zinco.

Ma dato che esistono molti antagonisti e interazioni farmacologiche che possono inibire l’assorbimento e l’utilizzo dello zinco ionico, queste fonti di zinco potrebbero non essere la scelta migliore per gli uomini più anziani, per esempio.

In alternativa, molte forme di molecole organiche che legano lo zinco sono disponibili per uso umano. Quelli comuni sono citrati, gluconati, glicinati e picolinato. L’attenta considerazione dovrebbe essere data alla vitalità della chimica. Se il ligando si dissocia a causa del basso pH nello stomaco, l’integratore si comporterà effettivamente come un integratore metallico inorganico. Se il ligando rimane legato, ma il complesso non viene assorbito bene, lo zinco fornito non sarà biodisponibile.

La diminuzione dei livelli di zinco e, di conseguenza, citrato è uno dei segni più caratteristici del tumore alla prostata. L’importante ruolo dello zinco come regolatore dell’apoptosi nelle cellule della prostata rende la diminuzione una probabile causa piuttosto che una conseguenza del tumore. Pertanto, un adeguato apporto dietetico di zinco è essenziale, soprattutto per gli anziani.

Le conseguenze di una lieve carenza di zinco, come la ridotta funzionalità del sistema immunitario, sono particolarmente rilevanti per il mantenimento della salute e possono essere fondamentali nella prevenzione delle malattie legate all’età.

Soprattutto nella prostata, un adeguato apporto di zinco aiuterà a mantenere la salute e la funzione fisiologica e previene lo sviluppo o l’ulteriore progressione della malattia della prostata, agendo così come un agente anti-iperplasia e anti-tumore.

Pertanto, dovrebbe essere presa in considerazione un’integrazione mirata di zinco con integratori adattati alle esigenze del singolo uomo.

fonte: https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fonc.2020.01293/full


Le cause del tumore alla prostata non sono ancora del tutto chiare e un gruppo di ricercatori ha provato a cercare risposte nel microbiota.

Ma cosa è il microbiota? 

Il microbiota è l’insieme dei microrganismi che vivono nel nostro corpo, nell’intestino, nella bocca, sulla pelle in mezzo ai capelli, ecc.

Ed include anche la popolazione di batteri meno studiata che vive nel liquido prostatico.

Una ricerca, recentemente pubblicata su Prostate Cancer and Prostatic Diseaseha cercato di fare il punto sui meccanismi diretti e indiretti che supportano il ruolo del microbiota nel rischio di sviluppare un tumore alla prostata ma anche nel determinarne la progressione e la risposta terapeutica.

Cosa è emerso da questo studio?

Interazioni dirette fra microbiota e tumore alla prostata

Le infezioni alla prostata (prostatite) causate da determinati patogeni causa l’insorgenza di infiammazione cronica, condizione comune nell’età adulta e positivamente correlata a un aumentato rischio di tumore.

Recenti evidenze hanno dimostrato come il microbiota del tratto urinario sia implicato nell’infiammazione della prostata e nell’eventuale insorgenza tumorale soprattutto a causa della sua prossimità anatomica e delle potenzialità del tratto urinario di fungere come veicolo di trasporto per la contaminazione da parte di microrganismi esterni.

Il microbiota urinario ha inoltre dimostrato di avere caratteristiche peculiari che lo distinguono da quello cutaneo delle zone genitali adiacenti e di essere sostanzialmente differente tra maschi e femmine.

Nel dettaglio, il microbiota urinario maschile è risultato formato prevalentemente da Corynebacterium, Staphylococcus, Streptococcus, Anaerococcous, Finegoldia, Lactobacillus, Peptoniphilus, Enterobacteriaceae, Pseudomonas, Actinobaculum, Gammaproteobacter, Actinomyces Gardnerella. Interessante notare come in parte vada a modificarsi con l’età. I generi Anaerophaga e Azospira sono infatti risultati presenti in uomini over 70.

La localizzazione spaziale del microbiota urinario è tuttavia oggi ancora carente di informazioni. Ulteriori approfondimenti saranno perciò necessari per verificare questa ipotesi.  

Interazioni indirette tra microbiota e tumore alla prostata

Sempre più studi dimostrano come il microbiota gastrointestinale sia in grado di influenzare i fattori immunitari nel microambiente tumorale e la risposta a chemioterapia o immunoterapia.

L’alterazione della componente batterica (disbiosi) di una specifica regione anatomica non si limita a portare conseguenze in situ. Ad esempio, lo sbilanciamento a favore della produzione di molecole pro-infiammatorie dovuto a disbiosi intestinale può comportare la diffusione di questi molecole con insorgenza di infiammazione sistemica colpendo vari organi, prostata inclusa.

È stato inoltre visto, come il microbiota gastrointestinale di soggetti con tumore alla prostata sia notevolmente differente da quello di uomini sani.

Anche il microbiota orale, se alterato ad esempio in presenza di periodontiti, può rappresentare una possibile fonte di infiammazione sistemica.

Il microbiota e i livelli ormonali sistemici

Determinati batteri in sede gastrointestinale sono in grado di metabolizzare i precursori degli ormoni estrogeni e/o androgeni oltre che catabolizzare i prodotti ormonali finali andando perciò a influenzare i loro livelli in circolo.

Considerando come gli estrogeni incrementino il rischio di cancro alla prostata, un aumento di espressione dei ceppi implicati nella loro produzione predispone l’individuo all’insorgenza del tumore.

Gli androgeni invece sono ormoni fondamentali nella crescita e normale sopravvivenza delle cellule prostatiche. In condizioni neoplastiche, si tende a ridurre il livello di questi ormoni in modo da limitare la proliferazione incontrollata delle cellule cancerose e quindi la progressione tumorale. Tuttavia, la capacità da parte di alcune specie del microbiota gastrointestinale di condizionarne i livelli attraverso una produzione più o meno accentuata può compromettere l’efficacia della terapia.

Di contro, anche lo stesso microbiota può risentire di cambiamenti ormonali.

Il microbiota orale e la salute della prostata

Anche il microbiota orale è implicato nella salute della prostata, non solo per la potenzialità di dare infiammazione sistemica, ma anche per la capacità di alcuni patogeni del cavo orale di colonizzare nello specifico la prostata. Nelle secrezioni prostatiche di pazienti con prostatite cronica o iperplasia prostatica benigna e, simultaneamente, periodontite, sono stati riscontrati infatti batteri caratteristici della placca dentale. Inoltre, soggetti con disturbi periodontali e una prostatite da moderata a severa hanno dimostrato livelli di PSA maggiori rispetto a soggetti senza alterazioni della componente batterica orale.

In conclusione, questa revisione, benché comprensiva di pochi studi a causa della loro generale carenza in letteratura, sottolinea delinea quindi un quadro complesso e ancora da approfondire basato su interconnessioni microbiota-prostata a vari livelli e in entrambe le direzioni che necessità perciò di ulteriori studi e dimostrazioni.

Sipuleucel-T (Provenge) è un vaccino contro il tumore alla prostata. A differenza dei vaccini tradizionali, che potenziano il sistema immunitario per aiutare a prevenire le infezioni, questo vaccino insegna al sistema immunitario ad attaccare le cellule tumorali della prostata.

Questo vaccino viene generato in maniera specifica per ogni paziente. Viene fatto un prelievo di sangue da cui vengono isolati alcuni particolari globuli bianchi. In laboratorio, a queste cellule viene fatta “mangiare” una proteina espressa dalle cellule della prostata, chiamata fosfatasi acida prostatica (PAP), e poi vengono re-iniettate nel paziente.

Queste cellule che hanno mangiato la proteina PAP andranno a contattare i linfociti del paziente per insegnarli a cercare quella proteina all’interno del corpo e uccidere le cellule che la producono.

Ad oggi, questo approccio terapeutico innovativo è stato testato su pazienti con tumore alla prostata metastatico ormone-resistente, il tipo di tumore alla prostata più aggressivo e che risponde meno alle terapie convenzionali.

Su questo tipo di pazienti il vaccino ha aumentato la sopravvivenza di 4 mesi, generando come effetti collaterali febbre, brividi, affaticamento, dolore alla schiena e alle articolazioni, nausea e mal di testa.

Purtroppo lo sviluppo di questa terapia si è dimostrato più complesso del previsto per via della grande variabilità individuale: non è detto che due pazienti con il tumore alla prostata abbiano la stessa malattia, da un punto di vista genetico e molecolare.

Il vaccino sipuleucel-T è stato approvato nel 2010 dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per il tumore alla prostata, ma ancora oggi il problema di questo nuovo tipo di approccio terapeutico è capire come utilizzarlo per avere il miglior impatto clinico.

Ad oggi, questa terapia potrebbe essere utilizzata in combinazione con o dopo il fallimento di altri farmaci, come enzalutamide, o con altri immunomodulatori, inclusi gli inibitori dei checkpoint immunologici (anti-PD-L1, e affini).

Il sipuleucel-T è stato il pioniere dei vaccini anti-tumorali, ma purtroppo la difficoltà di produzione su larga scala dovuto al fatto che si tratta di una terapia “personalizzata” sul singolo paziente lo rende ancora oggi molto costoso.

Ogni infusione di sipuleucel-T costa intorno ai 30.000 dollari ed ogni terapia prevede 3 trattamenti.

Da un punto di vista farmaco-economico il costo della terapia superano i benefici sulla qualità della vita (in termini economici) facendo quindi propendere ancora per farmaci più tradizionali.

Il sistema immunitario ha il potenziale di eliminare i tumori. Lo scopo dei vaccini anticancro è insegnare al sistema immunitario del paziente a riconoscere le cellule tumorali e ucciderle.

Si tratta di terapie molto all’avanguardia, molte ancore in fase sperimentale, ma con grandissime potenzialità.