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Nella lotta al tumore alla prostata arrivano le Prostate Cancer Unit

Alcuni grandi ospedali in Italia stanno seguendo la scia di quello che già da tempo avviene all’estero e si stanno dotando delle cosiddette Prostate Cancer Unit: si tratta di team di specialisti con diverse competenze nella gestione del tumore alla prostata, che lavorano in sinergia per curare il paziente, analizzano e monitorando la malattia da diversi punti di vista e a diversi livelli, fornendo in un unico centro tutto quello che potrebbe servire al percorso diagnostico e terapeutico, dalla consulenza al supporto psicologico, dalla prevenzione alla diagnosi, dalla gestione delle terapie alla riabilitazione.

Questa soluzione offre al paziente le migliori opportunità di ricevere le cure più appropriate e trattamenti di eccellenza. Inoltre, la collaborazione di diverse figure cliniche nella gestione della patologia diventa funzionale alla prevenzione e soluzione delle principali complicanze che potrebbero verificarsi, siano esse fisiche, emotive o psicologiche.

La Prostate Cancer Unit diventa così un punto di riferimento unico e centrale per il paziente, migliorando anche la sua esperienza di cura, che verrà modulata sulla base delle sue necessità individuali.
Per funzionare in maniera ottimale, questi team devono essere strutturati e organizzati con precisione e rappresentare il luogo in cui diversi specialisti della stessa patologia lavorino in sinergia, condividendo professionalità, procedure cliniche e pratiche di successo, consultandosi tra loro e fornendo assistenza al paziente a 360°.

La Prostate Cancer Unit dovrebbe essere coordinata da un Direttore clinico, a cui risponderanno tutti i clinici del team.
Il gruppo principale della Unit dovrebbe comprendere:

  • Uropatologi, responsabili della gestione della patologia;
  • Urologi, specializzati nella diagnosi della malattia e nel suo trattamento;
  • Oncologi Radioterapisti, esperti di radioterapia del tumore alla prostata;
  • Oncologi Medici con specializzazione in malattie della prostata;
  • Infermieri preparati nell’assistenza al paziente in ogni fase della malattia.

Questo nucleo medico verrà sostenuto da un secondo gruppo di professionisti a supporto, non specializzati nel tumore alla prostata, ma comunque indispensabili per fornire un servizio completo ed efficiente:

  • Radiologi, esperti nell’utilizzo delle varie tecnologie radiologiche;
  • Fisici medici, specializzati in radioterapia esterna e brachiterapia;
  • Tecnologi per la radioterapia;
  • Fisioterapisti, che supportino il paziente nella riabilitazione e riducano l’impatto delle complicazioni postoperatorie;
  • Specialisti in cure palliative;
  • Psicologi, per aiutare il paziente nella gestione delle emozioni dopo la diagnosi di tumore e per offrirgli consigli, ascolto e seguirlo nel percorso terapeutico;
  • Andrologi e Sessuologi, per fornire assistenza e consulenza nell’ambito delle funzioni sessuali;
  • Geriatri, specializzati nella cura delle persone anziane;
  • Associazioni di pazienti, per aiutare i malati e informarli sui loro diritti.

Una simile organizzazione è in grado di offrire una vasta gamma di servizi al paziente, e, soprattutto, contribuisce a creare un maggiore dialogo tra professionisti diversi, che possono così collaborare in modo più costruttivo per raggiungere obiettivi comuni.

Istituire una Prostate Cancer Unit spesso richiede un complessa pianificazione e riorganizzazione dei servizi per ospedali e centri di cura, ma, nello stesso tempo, garantisce una maggiore focalizzazione sulla patologia specifica, favorisce il lavoro di squadra, riduce i tempi necessari per la gestione (il paziente viene seguito contemporaneamente da più specialisti e non deve ricorrere a diversi consulti medici), semplifica e snellisce il percorso di cura. Tutto ciò gioverebbe non solo al paziente, ma anche alle strutture cliniche.

Tra l’altro, il fatto di poter consultare contemporaneamente diversi specialisti garantirebbe al paziente una maggiore consapevolezza delle diverse opzioni terapeutiche e una maggiore conoscenza della patologia.

La possibilità di parlare con professionisti molto diversi tra loro per formazione e per carattere faciliterebbe, inoltre, il dialogo e la propensione del malato a riferire le proprie ansie, i propri disturbi e gli effetti collaterali dei vari trattamenti, soprattutto nel caso del cancro alla prostata, che coinvolge anche dimensioni molto private come la sessualità, di cui molto spesso i pazienti rifiutano di parlare apertamente.

Che si tratti di un approccio monodisciplinare piuttosto che multidisciplinare alla cura di questa patologia, è fondamentale che il percorso di cura venga tarato sulle esigenze del singolo paziente e che egli sia informato sulle diverse opzioni a sua disposizione e possa sentirsi libero di consultare lo specialista per scegliere consapevolmente a quali trattamenti sottoporsi.

Per avere più informazioni riguardo alle Prostate Cancer Units in Europa: https://www.prostatecancerunits.org/

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