Il tumore alla prostata è la neoplasia maligna più frequente nella popolazione di sesso maschile in Europa e in Nord e Sud America.
L’incidenza tende ad aumentare con l’aumentare dell’età, con valori maggiori tra i 65 e i 74 anni. L’età media di diagnosi è tra i 60 e i 70 anni.
In molti Paesi europei la sopravvivenza relativa a 5 anni dalla diagnosi presenta un trend decrescente al crescere dell’età, con valori intorno all’80-90% nella fascia tra 55 e 64 anni e intorno al 50-60% dopo i 75 anni.
Per quanto riguarda l’Italia, la sopravvivenza relativa a 5 anni nei casi diagnosticati tra il 2000 e il 2007 è risultata maggiore rispetto ai paesi del Nord Europa.
I tassi di mortalità più elevati si osservano nelle popolazioni afroamericane, mentre i più bassi nella popolazione asiatica.
Le differenze tra afro-americani, sudamericani, europei e asiatici sembrano essere dovute in parte alla diversa suscettibilità genetica, ma anche a diverse abitudini alimentari, stili di vita e fattori ambientali.
La mortalità per carcinoma prostatico varia ampiamente nei diversi Paesi. Le maggiori riduzioni di mortalità sono state rilevate nei Paesi occidentali, pur con differenze da uno stato a un altro.
Riassumendo, nel nostro paese un uomo su 8 sviluppa il cancro alla prostata nel corso della propria vita. Grazie agli esami di controllo la maggior parte dei tumori viene individuato in uno stadio non avanzato e quindi la sopravvivenza media a distanza di 5 anni dalla diagnosi risulta vicina al 95%.